CATANZARO: "Arriva al termine questa mia consiliatura in Provincia consapevole che in questi ultimi 3 anni ho sempre cercato di tutelare gli interessi di una provincia storica come quella di Catanzaro, vittima di una legge elettorale che ne ha fortemente ridimensionato non solo il contatto con il cittadino, ma che ha anche messo in risalto, oltremodo, la distanza tra il Consiglio e il territorio.
La nostra Provincia, tra le più antiche del Mezzogiorno, vive una fase di transizione e una fase economica precaria che non può esimere dalle proprie responsabilità la vecchia politica e i suoi registi. Che saranno, questi ultimi, magari anche osannati dalle platee, applauditi per i loro discorsi roboanti, ma pure tanto poco attenti alle dinamiche di finanza pubblica. La nostra Provincia ha grande ricchezza tra storia e cultura, dalle montagne al mare. I suoi antichi borghi sono la sua essenza. Tra i due mari si collocano il futuro e il progresso del suo popolo e di quella area centrale che, attraverso le sue imprese, contribuisce largamente al Pil calabrese. Le elezioni di sabato sembreranno, ai più, un passaggio amministrativo per gli addetti ai lavori; nelle quali per essere eletti bisogna appartenere per forza a gruppi politici in cui, naturalmente, i leader decidono chi deve sedere sui banchi del Consiglio; in cui, ancora, nasce un'alleanza naturale tra la politica istituzionale che determina ruoli e geografie.
Auguro ai prossimi consiglieri un buon lavoro. Ma soprattutto lo auguro al mio Presidente, che mai si è sottratto alla fatica, al dibattito e al confronto. Fra qualche mese si sceglierà anche il nuovo presidente: il mio auspicio è che sia un sindaco "contadino", cioè che possieda tempo e visione politica.